Lanciano 6 Aprile 2016
Che cos’è l’avviamento? è un concetto economico che esprime l’attitudine del complesso aziendale di un’impresa a conseguire profitto, in virtù di fattori oggettivi (disponibilità di un brevetto, posizione dei locali) o in virtù di fattori soggettivi (abilità dell’imprenditore a mantenere la clientela).
Nell’Onoranza Funebre Artigiana l’avviamento ha un ruolo particolare oseremmo dire esclusivo, nessun altro mestiere può vantare un legame così profondo con il proprio avviamento.
Perché? perché solo nel settore funebre la domanda di beni e servizi è caratterizzata dalla presenza della “Famiglia Dolente” perché solo nel settore funebre il legame personale e profondo tra l’artigiano funebre ed il dolente è un aspetto strategico dell’attività; è la famiglia dolente a richiedere questa tipologia di rapporto, perché essere sollevati da tutte le incombenze relative al lutto subito è l’aspetto preponderante ed oggetto fondamentale del contratto.
Se ancora oggi imprenditori funebri artigiani sopravvivono nonostante il proliferare del “commercio di morti” nonostante il proliferare della corruzione e della delinquenza presso le strutture sanitarie, tutto ciò è dovuto esclusivamente all’esistenza di un particolare avviamento che neanche personaggi corrotti e senza scrupoli riescono a rubare.
A tal proposito è interessante rileggere un passaggio del Piano Nazionale Anticorruzione redatto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione: (pag. 49) In Italia la maggior parte dei decessi avviene in ambito ospedaliero e la gestione delle strutture mortuarie è affidata o alle struttura interne ospedaliere o, per la maggior parte dei casi, esternalizzata… Per quanto concerne gli eventi rischiosi che possono verificarsi, si indicano, ad esempio, la comunicazione in anticipo di un decesso ad una determinata impresa di onoranze funebri in cambio di una quota sugli utili; la segnalazione ai parenti, da parte degli addetti alle camere mortuarie e/o dei reparti, di una specifica impresa di onoranze funebri, sempre in cambio di una quota sugli utili; la richiesta e/o accettazione impropria di regali, compensi o altre utilità in relazione all'espletamento delle proprie funzioni o dei compiti previsti…)
Da diversi anni a questa parte un altro pericolosissimo nemico mina l’avviamento delle nostre imprese, grazie ad una politica sindacale di categoria ambigua e di una imprenditorialità miope ai limiti della demenza, il nemico numero uno è diventato la deprecabile pratica dell’esternalizzazione del servizio.
Sempre più spesso in diverse regioni italiane gli imprenditori funebri accettano passivamente di delegare il proprio lavoro a terzi esterni all’impresa.
In molti casi si è in presenza della pratica illecita di interposizione fittizia di manodopera in altri invece siamo in presenza di effettive cessioni in appalto dell’attività.
Anche qui è interessante conoscere l’inchiesta della Guardia di Finanza di Biella che controllando l’attività di due cooperative ha messo sotto indagine circa 80 imprese funebri del Piemonte e della Lombardia.
In molte parti d’Italia ormai le logiche concorrenziali sono tipiche dell’attività commerciale, vi è un’aggressiva concorrenza di prezzo svalorizzando e mortificando il servizio offerto e la sua qualità. Il risultato finale sarà un mercato strutturato in un numero limitato di soggetti (Ex Centri Servizi) che detengono il capitale e realizzano le economie di scala a discapito di una significativa numerosità di soggetti (ex artigiani funebri) che devono lavorare in un mercato giungla senza alcun capitale senza alcuna professionalità senza alcun futuro.
L’ANIFA sebbene in perfetta solitudine ha deciso di opporsi a questa scellerata deriva.
Riteniamo assolutamente legittimo e necessario intervenire con strumenti legislativi nella regolamentazione del mercato dell’onoranza funebre, la direzione da intraprendere è chiara ai nostri occhi.
Il filo conduttore deve essere la protezione dell’avviamento delle imprese, puntando sulla qualità del servizio (albo imprese funebri artigiane per il cui accesso è necessario un articolato percorso formativo) consequenziale esclusività dell’attività funebre, solo chi è iscritto all’albo delle imprese funebri artigiane può svolgere le attività tipiche dell’onoranza funebre tra le quali servizi obitoriali e cimiteriali.
E’ compito del libero mercato fare selezione attraverso criteri di capacità professionale ed imprenditoriale, ripudiando con forza logiche puramente commerciali.
La categoria deve instaurare rapporti stretti e frequenti con gli organi inquirenti, con l’Autorità anticorruzione, con l’Antitrust perché al di fuori della legalità l’avviamento è fortemente vulnerabile ed il mercato è esposto a continui tentativi di manipolazione e distorsione.
A tal proposito l’ANIFA ha prodotto una serie di contatti con il Ministero del Lavoro, Guardia di Finanza e Attività ispettiva INPS, a breve cercheremo di avviare un dialogo anche con l’Autorità Nazionale Anticorruzione alla quale potremo dare utili informazioni.
Nel documento prodotto il 28 ottobre 2015 dall’Anticorruzione si parla di commercio di morti in ambito ospedaliero, vorremmo sottolineare questo passaggio: per quanto concerne gli eventi rischiosi che possono verificarsi si indicano, ad esempio, la comunicazione in anticipo di un decesso ad una determinata impresa di onoranze funebri in cambio di una quota sugli utili; la segnalazione ai parenti, da parte degli addetti alle camere mortuarie e/o dei reparti…
Da questo passaggio è evidente la consapevolezza dell’autorità dell’esistenza di un macabro mercato all’interno delle strutture sanitarie, però la soluzione prospettata dall’Autorità è deludente e basata su vecchie logiche che hanno sempre fallito.
La gestione in appalto di determinati servizi è essa stessa una concausa della deriva di certi comportamenti, si parla di esternalizzazione del servizio obitoriale, perché? l’Ospedale deve curare i vivi cosa centra con il servizio alle salme? Il servizio alle salme è attività tipica ed esclusiva dell’Onoranza Funebre, allora è così difficile prevedere che sia la famiglia a scegliere chi deve assisterli nella gestione della salma del proprio caro?
Il commerciante di morti preferisce che ci sia l’appalto sia negli obitori sia nei cimiteri, perché non è capace di produrre servizi alle famiglie, per poter realizzare le economie di scala il lavoro deve essere il più semplice possibile senza intoppi, l’artigiano funebre invece proprio attraverso la produzione di questi servizi costruisce e consolida il suo avviamento fondato sulla capacità di sollevare la famiglia dolente in tutte le incombenze relative al lutto subito.
E' tempo di schierarsi apertamente dall'una o dall'altra parte prima che sia troppo tardi.