E' tutto già scritto, è tutto già detto!

mercoledì, 12 novembre 2014

COINVOLTO ANCHE IL CIMITERO DI ARDEA

Appalti e mazzette sul caro estinto: nel mirino anche ditta di Anzio e Nettuno

08 novembre 2014, ore 09:23

La Squadra Mobile della Questura di Roma ha proceduto all’esecuzione di 26 decreti di perquisizione locale e sequestro, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di altrettanti imprenditori nel settore delle onoranze funebri ed amministratori pubblici, già in servizio presso unità sanitarie locali della provincia di Roma. Nel mirino è finita anche la famiglia Taffo, che gestisce imprese di pompe funebri anche ad Anzio e Nettuno ed ha recentemente vinto l'appalto per la gestione del Cimitero di via Strampelli ad Ardea. La stessa famiglia è attualmente sotto processo per una presunta truffa da 20 mila euro per aver fatturato servizi in più nell’ambito dell’affidamento diretto dei funerali di Stato di 205 delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009 e di alcune esequie in forma privata di altri defunti del sisma de L'Aquila.

Le investigazioni sono maturate nell’ambito di due distinte indagini condotte dalla Squadra Mobile nei confronti di alcuni soggetti ritenuti responsabili di aver posto in essere condotte finalizzate a favorire l’aggiudicazione di gare d’appalto pubbliche presso alcuni importanti ospedali di Roma fatti per i quali sono indagati, dei reati di associazione a delinquere, concorso in corruzione, falso, truffa e turbativa d’asta. La tesi: due-tre agenzie di onoranze funebri riescono ad accaparrarsi gli appalti in Asl e ospedali e le altre ne vengono sistematicamente estromesse. Le attività di polizia giudiziaria verranno eseguite anche ad Anzio e Nettuno, in collaborazione con le Squadre Mobili delle province di Macerata, Ascoli Piceno, L’Aquila e Viterbo.

Renato Mastrella
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Abbiamo riportato fedelmente l’articolo del quotidiano online “ Il Caffè.tv”

Questo ennesimo scandalo è strettamente riconducibile al dibattito sul DDL 1611 presentato in senato il 10/09/2014.

A tal proposito riportiamo un passaggio del ricorso del 2002 presso il TAR Lazio contro il Ministero della Salute e dell’Interno, da parte del compianto Avv. Sala.

 

“L'istituzione di fantomatici servizi cimiteriali, eretti in pubblico servizio, può avere purtroppo soltanto l'evidente finalità di chiudere il cerchio, con la pubblicizzazione dell'intero comparto produttivo funerario, mediante assorbimento di tutto il ciclo, che va dalle prime operazioni che seguono la morte, sino alla sepoltura con quanto connesso (addirittura sino alla esumazione, o estumulazione finale con smaltimento dei resti). ...  E' fin troppo facile capire che, riducendo il tutto alla figura del pubblico servizio, alle tariffe, ai diritti fissi e quant'altro, alle concessioni, alle gare d'appalto ecc..., cade il sistema privatistico articolato su migliaia di piccole e medie imprese, mentre l'intero mercato va nelle mani di pochi e potenti gruppi finanziari. E a questo punto non importa se le concentrazioni siano pubbliche, o private, perchè il monopolio non è un male che si edulcora, o si aggrava, a seconda dei nomi dei monopolisti. Quel che conta è il danno che ne conseguono i consumatori dalla negazione della legge fondamentale di mercato della domanda e dell'offerta e l'effetto sostanziale preclusivo della intrapresa economica di almeno 4000 piccole e medie imprese del settore, con i relativi effetti sull'occupazione... “ 

 

E’ tutto già scritto, è tutto già detto, qualcuno credeva che questo settore non fosse più in grado di difendersi, non fosse più rappresentato.

Cari signori vi sbagliate, l’Onoranza Funebre Italiana ha una storia lunga e gloriosa, non lasceremo mai nelle mani di un potere irresponsabile il destino di un comparto così importante, prezioso termometro del grado di civiltà di un paese.