Non tutto è oro quello che luccica

L'ANIFA ha sempre parlato di mercato libero, che certamente non può essere confuso con il mercato giungla.
Una delle prime azioni intraprese dall'ANIFA è stata segnalare a tutti i Dipartimenti del lavoro storture nella gestione delle risorse umane in particolare l'utilizzo di manodopera in affitto e il ruolo equivoco dei Centri Servizi.
L'affitto di manodopera è la punta dell'iceberg di una serie di distorsioni del mercato che producono  conseguenze molto negative.
Una delle conseguenze più subdole ed insopportabili che ha patito il comparto funebre è stata la nascita e la proliferazione dei "commercianti di morti", la cronaca è piena di casi di compravendita di defunti presso i nosocomi di tutta Italia. 
Se consideriamo anche le infinite truffe sulla qualità dei cofani "bare taroccate" non è difficile capire come si possa arrivare a concepire campagne pubblicitarie dove si millantano prezzi "LOW COST" dove low è sinonimo di mancanza di professionalità, personale non in regola, materiale scadente e spesso non a norma.
Ripetiamo l'ANIFA lavora e collabora con le Istituzioni per garantire un libero mercato regolamentato secondo la cultura e la civiltà che ha sempre distinto la nostra Patria.
Ottimizzare i costi per poter offrire servizi a prezzi competitivi è l'obiettivo di tutti gli imprenditori, la concorrenza leale e legale aiuta a selezionare i migliori operatori ed è garanzia per il cittadino di prezzi calmierati senza rinunciare alla qualità del servizio.
Il mercato giungla funziona con ben diverse regole, si basa sulla menzogna, sul taroccamento dei prodotti, sui macabri conflitti d'interesse, il mercato giungla trova il suo alleato più prezioso nell'immobilismo degli organi competenti a controllare e vigilare e soprattutto a reprimere.
Dove compaiono queste pubblicità
 
 
in automatico dovrebbero scattare i controlli per verificare l'utilizzo di personale regolarmente assunto, verificare se ci sia personale in affitto, verificare le fatture delle cooperative che affittano personale, confrontare il numero di servizi e di personale utilizzato con il relativo versamento di contributi, verificare gli adempimenti sulla sicurezza sul lavoro, gli adempimenti Inail e poi controllare l'origine dei cofani in magazzino, verificare se sono fatti di legno, la natura del legno e soprattutto verificare se il cittadino è informato della reale natura del cofano funebre; spesso questi soggetti non hanno neanche un magazzino di cofani funebri pertanto bisogna verificare la filiera dei cofani venduti al cliente.
Nelle nostre maggiori città il servizio di onoranza funebre è sempre più raro, il cittadino viene sempre più spintonato verso il "commerciante di morti". A queste povere famiglie viene negata la possibilità di salutare i propri cari in un contesto di civiltà e di pietà umana, distruggendo un patrimonio culturale e civico millenario.
L'ANIFA rivendica la natura e l'importanza sociale e culturale del mestiere di imprenditore funebre artigiano e farà di tutto per ostacolare l'avanzata del macabro mercato giungla.