Abbiamo seguito le vicende campane sin dall’inizio della nostra attività, lo abbiamo fatto quando neanche avevamo associati in regione, oggi il nostro referente in Campania è il Presidente dell’Associazione regionale SIFA che in poco tempo ha ottenuto più di 200 adesioni, l’ANIFA ha supportato la nascente associazione permettendogli di essere immediatamente operativa su tutti i fronti.
Ci siamo occupati della Campania sin dall’inizio perché sapevamo che in quella regione per una serie di fattori si stava consumando un occulto e scellerato patto il cui unico obiettivo era ed è la distruzione del mercato funebre artigiano. La Campania, a differenza di altre regioni italiane, era sprovvista di anticorpi capaci di opporsi a tali obiettivi, oggi le cose sono cambiate, l’ANIFA ha permesso alla Campania di sviluppare anticorpi così efficienti che torneranno utili anche per le battaglie nazionali, dalla Campania partirà la rivoluzione liberale del comparto funebre artigiano dove la dimensione dell’imprenditore verrà misurata dalla capacità professionale e dal gradimento della clientela e non da un capitale freddo, cinico e anonimo la cui origine in alcuni casi è imbarazzante.
Nel novembre del 2016 in Campania a Torrecuso parlammo di normativa regionale ed impresa funebre artigiana, auspicando la nascita di un albo apposito.
Il 10 febbraio 2017 il comune di Napoli approvò la determina n.9/2017 che imponeva alle imprese funebre napoletane di dotarsi di almeno 4 lavoratori assunti a tempo pieno per poter esercitare l’attività.
Quello che temevamo incominciava ad accadere, l’ANIFA su richiesta dei propri associati firmò un ricorso al TAR Campania. E’ il primo ed unico atto concreto in opposizione al patto oscuro e scellerato, prima solo chiacchiere e indifferenza come se nulla stesse accadendo.
Il 1 dicembre 2017 escono le delibere di Giunta, la battaglia si fa molto più dura, Pino Carbone rompe gli indugi convoca il comitato spontaneo di imprese funebri e organizza una manifestazione presso la sede della regione che ottiene una sacrosanta risonanza nazionale, il nostro referente compare in diretta su tre telegiornali nazionali, il patto occulto è ormai scoperto. E’ evidente che la questione è nazionale, la Campania è considerata un apri pista.
L’ANIFA nel frattempo chiede una convocazione in regione per argomentare il contenuto delle proteste e mettere l’Ente nella condizione di comprendere le reali conseguenze delle sue delibere.
Gli incontri ci sono stati, è nostro dovere riferire che la regione Campania, e in particolar modo l’ufficio di Presidenza, hanno preso in seria considerazione il contenuto delle proteste, abbiamo fondati motivi per affermare che in breve tempo verranno redatti concreti provvedimenti a tutela dell’interesse generale e pertanto anche a tutela delle imprese funebri campane artigiane.
Inoltre abbiamo fatto formale richiesta alla Regione Campania di poter essere presenti in tutti i tavoli in cui si decide del destino del comparto funebre campano, abbiamo fatto formale richiesta che tutte le indicazioni prodotte dalla Consulta Regionale e dell’Osservatorio prima di produrre atti formali vengano rese note ad un tavolo dove partecipano tutte le associazioni site nel territorio regionale.
Il settore artigiano funebre che nei decenni ha consolidato le proprie fondamenta nel rapporto diretto ed esclusivo con le famiglie dolenti e il cui vero capitale è rappresentato dalla fiducia dei cittadini dolenti nella loro professionalità è in grado di difendersi dagli attacchi di una concorrenza basata solo sul prezzo, sulle economie di scala, sul capitale anonimo di multinazionali senza scrupoli ma nel momento in cui il mercato artigiano viene colpito per sostituirlo da un mercato industriale, fatto di freddi numeri quella capacità di difesa è totalmente annullata, a quel punto il mercato si apre anche ad interessi internazionali che non hanno più ostacoli a far valere la loro forza e supremazia.
E’ ora che la parte sane e virtuosa del comparto funebre italiano prenda coscienza del pericolo che si sta correndo, in altri settori artigiani è già successo, l’Italia in questi anni ha perso un capitale di conoscenze e mestieri artigiani che in passato erano l’ossatura del sistema economico, l’illusione di scacciare il concorrente industrializzando e capitalizzando la produzione ha ottenuto l’esatto contrario, il concorrente se ne è andato ma è stato sostituito da uno cento volte più potente.
La Campania è una battaglia molto importante ma la guerra si combatte e si vince a Roma, è fondamentale che la parte sana e virtuosa di questo speciale mestiere faccia sentire la sua voce nella redazione della normativa nazionale sul comparto funebre, la prossima legislatura potrebbe sancire la riscossa o la fine di questa gloriosa storia.