Lanciano 24 Aprile 2017
Se si analizzano i testi di legge regionali adottati ad oggi, se si analizzano i vari progetti nazionali di riforma del comparto funebre si giunge a conclusioni univoche, nessun testo si occupa realmente della natura dell’Onoranza Funebre, nessun testo risolve i reali problemi del mercato, nella maggior parte dei casi si tenta di introdurre barriere all’entrata basate esclusivamente sulla leva del capitale.
Ma quali sono i reali problemi del mercato funebre italiano? Proviamo a schematizzare:
1) Racket e corruzioni varie – infinite inchieste giudiziarie hanno ben descritto i meccanismi con i quali alcuni soggetti attraverso la violenza e la corruzione possono gestire interi mercati in monopolio.
2) Conflitti d’interesse – è un fenomeno presente su tutto il territorio nazionale, in alcune regioni è quasi strutturale. E’ una problematica molto seria legata alle consuetudini ma anche alla corruzione. A soggetti, che a vario titolo lavorano o collaborano nell’ambito sanitario, viene permesso di utilizzare la loro posizione privilegiata per fare profitti con l’attività funebre. Nei casi più estremi si contraddice il diritto costituzionale alla salute dei cittadini, se un soggetto deputato a occuparsi della salute del cittadino è anche titolare di interessi economici legati alla morte dello stesso cittadino è evidente a tutti il macabro conflitto d’interesse.
3) Polverizzazione delle imprese associato al fenomeno dell’abusivismo dell’attività funebre – fenomeno da legare mani e piedi alla pratica dell’esternalizzazione del servizio funebre, e alla consequenziale problematica della gestione delle risorse umane. Su questo punto hanno gravissime responsabilità le politiche sindacali sin qui adottate, la polverizzazione e l’abusivismo potevano essere efficacemente arginate se ci fosse stata una politica sindacale lungimirante che avesse approfittato dell’importante riforma del lavoro del 2003 (Riforma Biagi). La politica sindacale allora dominante scelse scelleratamente non solo di non approfittare di quella importantissima riforma ma scelse tragicamente di boicottarla, il risultato è stata la nascita di cooperative e centri servizi vari che hanno impoverito e polverizzato il mercato. In alcune regioni siamo arrivati all’Onoranza funebre low-cost una porcheria che contraddice una cultura secolare, l’eutanasia di un settore economico socialmente strategico.
La “Terza via” dell’ANIFA parte da presupposti totalmente diversi e antitetici a quelli delle altre realtà associative, tanto diverse tra loro quanto identiche nelle loro anemiche proposte.
Proviamo per amore di chiarezza a schematizzare il nostro approccio in alcuni punti focali:
1) La legge 285/1990 è un’ottima legge che affronta e risolve aspetti igienico sanitari legati all’attività funebre, ovviamente sono necessari alcuni interventi di restyling per sanare alcuni buchi normativi causati dalla evoluzione della tecnologia soprattutto in tema di accertamento di morte e dalla nascita di nuovi servizi alla famiglia uno fra tutti le Case Funerarie.
2) Gli aspetti igienico sanitari non caratterizzano l’attività funebre, il SSN ha il compito di vigilare e prevenire eventuali criticità, l’aspetto igienico sanitario riguarda soprattutto la sicurezza sul lavoro che è disciplinata dalla legge n.81/2008.
3) Introduzione del concetto legale di “Famiglia Dolente”, La dottrina, la giurisprudenza e la cronaca giudiziaria da anni ne riconoscono l’esistenza. Alla base del successo dei Racket viene indicata proprio la particolare situazione critica della famiglia dolente che dovrebbe essere assistita e non raggirata.
4) Alla luce della ratifica legale del concetto di “famiglia Dolente”, bisogna prendere atto dell’esistenza nel comparto funebre di congenite distorsioni alla libera concorrenza, in questi casi la normativa europea concede la possibilità di introdurre correttivi normativi utili a favorire un miglior funzionamento del mercato.
5) L’introduzione della qualifica artigiana dell’imprenditore funebre con l’istituzione di apposito albo è da inquadrare in questo contesto, l’accesso all’albo deve essere subordinato alla partecipazione ad uno strutturato percorso formativo finalizzato a dare all’imprenditore funebre le necessarie competenze per rapportarsi in maniera corretta con la famiglia dolente.
6) Incompatibilità totale tra attività socio sanitaria, assistenziali e di volontariato e attività funebre, sia diretta che indiretta, valutando anche i legami di parentela tra appartenenti ad attività formalmente separate.
7) Protocolli d’intesa con organi di controllo per creare una banca dati alla quale siano obbligati a fornire dati figure quali medici, ufficiali di stato civile e responsabili dei cimiteri o crematori che accolgono i feretri.
Ma quali sono gli effetti concreti di un approccio normativo impostato in tal senso, ne elenchiamo solo alcuni:
1) Superamento della distinzione tra impresa funebre e centro servizi, chiunque entra in contatto con la famiglia dolente non può non essere iscritto all’albo delle imprese funebri;
2) Ridimensionamento radicale del fenomeno dell’abusivismo;
3) Ridimensionamento radicale dei conflitti d’interesse;
4) Strumenti più efficaci e veloci nel prevenire la creazione di Racket e cartelli d’impresa.
Una normativa così strutturata favorisce una concorrenza basata sulla qualità dell’offerta piuttosto che una concorrenza basata solo sul prezzo, il mercato premia gli imprenditori virtuosi a prescindere dalla loro dimensione economica e ha il pregio di punire puntualmente gli imprenditori scorretti a prescindere dalla loro capitalizzazione.
Fino ad oggi nel Parlamento italiano sono approdati progetti utili agli interessi di un centinaio di imprese funebri italiane, con l’ANIFA per la prima volta un’associazione di categoria redige un progetto di riforma del settore che risponde alle esigenze di migliaia di imprese funebri italiane.
Ci auguriamo che le imprese funebri italiane abbiano la lungimiranza di accettare questa sfida e supportare l’ANIFA, forse è l’unica occasione prima che si arrivi alla definitiva industrializzazione del servizio, così come in altri settori è già avvenuto.
Giovedì 18 maggio a Lanciano (CH) in occasione dell’Assemblea Generale si parlerà di questi temi, chiunque è interessato può partecipare e dare il suo contributo.
Cordiali saluti
Paolo Rullo
Segretario ANIFA