Fatta la legge trovato l'inganno

Lanciano 19 luglio 2016
 
In data 18 aprile 2016 un consigliere regionale abruzzese del Movimento 5 Stelle produce un’interrogazione sulla valutazione dell’appalto delle camere mortuarie di quattro ospedali da parte della Asl. 
La parte dell’interrogazione che più ci interessa è quella in cui si chiede la verifica di eventuali incompatibilità nella partecipazione all’appalto della gestione delle camere mortuarie di ben 4 ospedali da parte di un centro servizi che opera anche nel comparto funebre.
(il testo dell’interrogazione è leggibile sul nostro sito tra le news con datal 5 maggio “la curiosità è femmina”) 
Dal depliant pubblicitario del centro servizi apprendiamo che è in grado di produrre i seguenti servizi funebri: 
vestizione salme diurno e notturno
consegna bare (di vostra proprietà) con o senza autofunebre
tanatoestetica
tanatoprassi
disbrigo pratiche comunale
disbrigo pratiche fuori territorio comunale provinciale e regionale
disbrigo pratiche per cremazione salme e7o resti mortali
passaporto mortuario
introduzione salme
estradizione salme
consegna e ririro feretri aereoporti e porti con o senza auto funebre
sanità aerea e marittima, dogane
stampa e/o affissione manifesti
servizio di reperibilità h24
disbrigo pratiche x esumazione o estumulazione
servizio di necroforo con o senza auto funebri
recupero salme con o senza autofunebre.
 
La legge regionale abruzzese così come tutte le leggi regionali prevedono l’incompatibilità tra attività funebre e servizi obitoriali oltreché cimiteriali. L’ANTITRUST più volte è intervenuta con specifici documenti (AS 147 14/07/1998; AS 392 del 23/05/2007) a testimoniare che in questo settore la problematica è particolarmente sensibile.
Per comprendere meglio la questione è opportuno aggiungere che in questo comparto economico è sempre più diffuso il fenomeno della esternalizzazione dei servizi funebri, ovvero le imprese funebri si avvalgono dell’attività di altre imprese (sedicenti centri servizi) per soddisfare le esigenze della propria clientela. 
Sempre per meglio comprendere la questione è opportuno menzionare un’importante inchiesta della Guardia di Finanza di Biella che ha rilevato in alcuni casi, quando gli appalti non sono genuini, che le esternalizzazioni nascondono fenomeni di interposizione fittizia di manodopera ed esercizio abusivo di attività interinale, nell’inchiesta sono state coinvolte circa 80 imprese tra il Piemonte e la Lombardia.
 
Da fonte camera di commercio apprendiamo che il numero degli addetti utilizzati dal centro servizi nell’anno è circa 22 unità, le imprese funebri del territorio hanno come media di addetti utilizzati nell’anno il numero di 1, ripetiamo il numero di un addetto.
Sappiamo che la ASL ritiene che in capo al centro servizi non è configurabile alcuna attività funebre perché gestisce i servizi funebri in modo disgiunto, mentre la legge regionale abruzzese parla di attivtà funebre solo nel caso di gestione di servizi offerti in modo congiunto, e pertanto non ricorrono gli estremi della fattispecie di incompatibilità previsti dalla legge regionale.
Amaramente ci sentiamo di rilevare che la forma vince sulla sostanza, la burocrazia vince sul buon senso, la furbizia vince  sull’ingenuità.
Ovviamente noi non condividiamo la visione dell’ASL, svolge attività funebre chiunque produca servizi alle famiglie dolenti.
L’attività funebre non è un’attività industriale alla quale può essere separata una linea produttiva, l’attività funebre si sostanzia in una attività artigianale tesa alla  produzione di servizi alle famiglie dolenti, il soggetto che tramite un appalto genuino si prende la responsabilità di gestire parte del complessivo servizio funebre non può non relazionarsi con la famiglia dolente e pertanto non può non essere considerata un’impresa funebre a tutti gli effetti.
In caso contrario, dato per assodato l’espansione dell’esternalizzazione dei servizi, ci troveremmo nella condizione in cui la legge 41/2012 nella parte che si occupa di attività funebre sarebbe completamente svuotata. 
Persino il legislatore fiscale ha risolto questa problematica da qualche decennio, infatti ai fini dell’esenzione iva i servizi dell’attività funebre sono considerati in maniera oggettiva a prescindere dal soggetto che li pone in essere.
 
Fatta la legge trovato l’inganno
 
Ricapitolando possiamo così schematizzare:
1) abbiamo una Asl che ha deciso di gestire le proprie camere mortuarie attraverso l’appalto ad imprese private;
2) abbiamo un centro servizi che esercita anche attività funebre in appalto e dichiara pubblicamente di poter svolgere i seguenti servizi: 
vestizione salme diurno e notturno
consegna bare (di vostra proprietà) con o senza autofunebre
tanatoestetica
tanatoprassi
disbrigo pratiche comunale
disbrigo pratiche fuori territorio comunale provinciale e regionale
disbrigo pratiche per cremazione salme e7o resti mortali
passaporto mortuario
introduzione salme
estradizione salme
consegna e ririro feretri aereoporti e porti con o senza auto funebre
sanità aerea e marittima, dogane
stampa e/o affissione manifesti
servizio di reperibilità h24
disbrigo pratiche x esumazione o estumulazione
servizio di necroforo con o senza auto funebri
recupero salme con o senza autofunebre.
 
3) Abbiamo imprese funebri che cedono in appalto al centro servizio parte del servizio funebre;
4) Abbiamo una legge regionale che individua incompatibilità tra la gestione in appalto dei servizi cimiteriali e obitoriali e l’attività funebre;
5) Abbiamo una Asl che ritiene che in capo al centro servizi funebre non è configurabile alcuna attività funebre perché le prestazioni del servizio non sono assicurate in forma congiunta come la legge regionale prevede;
 
A questo punto alcune domande nascono spontanee:
Dando per buona la posizione della ASL in ogni caso potenzialmente il centro servizi in virtù dell’appalto nelle camere mortuarie potrebbe favorire anche involontariamente le imprese funebri sue clienti rispetto ad altre imprese funebri che svolgono l’attività autonomamente senza il ricorso dell’appalto esterno? 
Siamo sicuri che le famiglie dolenti siano correttamente informate sulla capacità delle imprese funebri operanti in quel mercato?
Alle imprese funebri che non assicurano congiuntamente le prestazioni funebri ma ricorrono all’appalto esterno viene a cadere l'incompatibilità della gestione in appalto delle camere mortuarie e dei servizi cimiteriali?
 
e in ogni caso
 
Siamo sicuri che le camere mortuarie debbano essere gestite in appalto? Non sarebbe meglio lasciare libere le camere mortuarie e far intervenire di volta in volta le imprese funebri chiamate liberamente dalle famiglie dolenti, lasciando alla struttura sanitaria solo l’onere del controllo e della pulizia dei locali?
 
Il nostro intervento non vuole essere polemico perché comprendiamo che la confusione è reale, il nostro è un intervento costruttivo che crediamo possa essere utile ad evidenziare alcune criticità esistenti.
In Consiglio regionale giace ancora il progetto di legge 84/2015, siamo disponibili a collaborare per integrare il testo ai fini di un miglior inquadramento dell’attività funebre e delle sue incompatibilità.
 
Paolo Rullo
Segretario ANIFA