Spett.li Consiglieri Regionali Pugliesi
Vi informiamo che il progetto di regolamento approvato con la delibera n.2712 del 18/12/2014 è una “fetecchia” contraria alla normativa italiana in materia di libera concorrenza e di libertà di iniziativa economica.
Vi regaliamo una notizia che certamente le sedicenti Associazioni (menzionate nel provvedimento) non vi hanno dato, il comparto che voi intendereste disciplinare con il Regolamento “fetecchia” è costituito da attività artigiane, l’attività di onoranze funebri sinteticamente può essere così descritta: “La prestazione del servizio deve essere valutata nel suo complesso e non scissa nelle sue singole componenti…
Centrale è l'aspetto umanitario della vicenda tristissima della famiglia che ha il morto in casa ed e' moralmente incapace di provvedere al trattamento del cadavere ed a tutte le incombenze non solo formali delle onoranze funebri, ma anche amministrative connesse al decesso e che vengono demandate all'impresa funebre; …oggetto del contratto è sollevare la famiglia dolente da tutte le incombenze relative al lutto subito.
Questa breve descrizione dell’essenza dell’attività dell’imprenditore funebre artigiano non è farina del nostro sacco ma è uno stralcio della sentenza di Cassazione sez. L n.9955 del 21/07/2001 dove il giudice decretava la natura artigiana del mestiere e saggiamente metteva in primo piano l’aspetto umanitario della vicenda.
Come si può disciplinare l’attività funebre ignorando la sua natura artigiana senza neanche accennare al reale compito dell’imprenditore funebre “sollevare la famiglia dolente da tutte le incombenze relative al lutto subito”?
Nel regolamento “fetecchia” si parla di una fantomatica formazione dei lavoratori, si parla a sproposito di auto funebre, addirittura si vorrebbe stabilire con un regolamento “fetecchia” il numero minimo di collaboratori che l’artigiano funebre dovrebbe utilizzare.
L’artigiano funebre usa i collaboratori che vuole, e soprattutto è lui responsabile della formazione del proprio personale.
L’artigiano funebre certamente deve rispettare le normative nazionali sul lavoro e le normative nazionali sulla sicurezza sul lavoro.
Ad oggi non esiste una legge nazionale che ratifichi la natura artigiana dell’attività e di conseguenza non esiste una qualifica professionale, la Regione ha le mani legate nel senso che non può introdurre una qualifica professionale regionale.
Alleghiamo l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in relazione alla legge regionale campana che può essere paragonata al regolamento “fetecchia” pugliese.
Il passaggio fondamentale così recita: “l’iniziativa della Regione Campania sembra porsi effettivamente in aperto contrasto con i principi di liberalizzazione posti dalla Direttiva Servizi e dal Decreto Legislativo n. 59/10.
In assenza di disposizioni che, a livello statale, abbiano valutato l’esistenza di esigenze di interesse generale come idonee a giustificare l’istituzione di albi/registri nel settore delle imprese funebri, si richiamano, in particolare, l’articolo10, che sancisce il principio per cui “l’accesso e l’esercizio delle attività di servizi costituiscono espressione della libertà di iniziativa economica e non possono essere sottoposti a limitazioni non giustificate o discriminatorie”, e l’articolo14, comma 2, che, nelle materie a legislazione concorrente, consente di istituire registri solo nel rispetto dei principi fissati a livello statale, che nella specie fanno difetto.”
L’ANIFA non è contro l’introduzione di una qualifica professionale, secondo noi c’è l’esistenza di esigenze di interesse generale idonee a giustificare l’istituzione di albi/registri nel settore, certamente siamo totalmente contrari alle ridicole e patetiche regolette introdotte dal regolamento “fetecchia”.
La necessità della qualifica professionale esiste perché l’attività è artigianale ed è rivolta alle famiglie dolenti che hanno diritto, in un momento di estrema difficoltà, ad essere serviti da soggetti altamente qualificati.
In questo comparto ci sono problematiche sempre più urgenti che possono essere affrontate direttamente dalla regione.
Un’emergenza sono i sempre più diffusi e macabri conflitti d’interesse inspiegabilmente tollerati dalle amministrazioni Sanitarie e dalle amministrazioni pubbliche.
Spesso questi conflitti d’interesse hanno origine da attività corruttive e criminali che oltre a danneggiare gli imprenditori onesti limitano notevolmente il diritto alla salute del cittadino.
L’ANIFA è disponibile a fornire tutto il supporto necessario per mettere la regione Puglia nella condizione di utilizzare informazioni qualificate e pertinenti, le nostre proposte e il nostro progetto di riforma del comparto funebre ad oggi è l’unico che risponde ad esigenze di carattere generale ed è l’unico che affronta le reali esigenze delle famiglie dolenti, a cui l’attività funebre non può prescindere.
Speriamo che chi, come noi, parla la lingua della legalità e produce reali proposte politiche venga valorizzato a danno di chi è capace di produrre solo miseri e patetici interessi di lobby.
Vi invitiamo pertanto ad abbandonare il progetto di regolamento “fetecchia” e vi invitiamo a sfruttare la nostra competenza e la nostra sudata e faticosa autorevolezza nell’affrontare questa materia.
Cordiali saluti
Paolo Rullo
Segretario ANIFA