E' ufficiale, siamo in guerra!

Il 10/09/2014 è stato presentato in Senato il DDL n.1611 per la disciplina delle attività funerarie.

Il testo del disegno di legge è preceduto da una relazione introduttiva la quale testualmente riporta:

Il provvedimento fa perno su dieci scelte che sono ritenute decisive per costruire nuove regole di sistema al fine di modernizzare il settore funerario e qualificarlo in maniera almeno pari a quanto da decenni si è già fatto in altri contesti europei.

La prima delle dieci scelte così recita:

1)      Riorganizzare la tipologia di operatori privati cui è consentito svolgere attività funebre: impresa funebre strutturata, agenzia di impresa funebre, centro di servizi. Si regola la loro attività su precisi requisiti di affidabilità, di formazione e di professionalità, di dotazioni strutturali. Tale ristrutturazione dovrebbe consentire in un arco di tempo limitato di ridurre il numero degli attuali operatori a circa la metà, dimensionalmente ed economicamente equilibrati. Il riequilibrio si stima che non solo mantenga il numero di addetti regolari esistenti, ma permetta la emersione di almeno un terzo dell’attuale personale non regolarmente inquadrato.

 

 

Ci permettiamo per ora di commentare solo la prima delle dieci scelte.

Seguendo l’iter di questo DDL abbiamo l’opportunità di osservare, come in un documentario, come il potere è in grado di distruggere un mercato di migliaia di artigiani con bagaglio professionale e culturale di inestimabile valore sociale per favorire il putrido mercato delle multinazionali, il putrido mercato dei conflitti d’interesse ed il putrido mercato degli appalti pubblici o pubblico-privato ancora più putrido.

Viene infatti dichiarato esplicitamente che l’obiettivo è dimezzare in poco tempo il numero di operatori funebri artigiani regolarmente in attività. Essendo gli operatori funebri attivi circa SEIMILA ci troviamo di fronte ad un progetto di legge che vorrebbe far chiudere circa TREMILA artigiani, se non conoscessimo il cinismo e l’irresponsabile corruzione culturale di questi soggetti ci sarebbe da ridere, purtroppo non possiamo permetterci questo lusso e li dobbiamo prendere molto sul serio.

Nell’introduzione si parla di Europa a sproposito, l’Europa ha imposto agli stati aderenti politiche economiche liberali, pertanto il solo pensiero di far chiudere imprese per legge è come bestemmiare per la cultura europea.

Il relatore parla di voler riorganizzare la tipologia degli operatori privati in tre categorie: impresa funebre strutturata; agenzia funebre; centro servizi.

Questa distinzione dal punto di vista dell’economia liberale non ha alcun senso ed è oltretutto pateticamente contraddittoria.

Oggi, con la normativa vigente, un impresa funebre artigiana che produce il servizio di onoranze funebri completo non può non essere strutturata, nel senso che non può non avere personale assunto (con la dovuta flessibilità), non può non avere la disponibilità di mezzi idonei (carri funebri regolarmente omologati) e così via.

Certamente nel mercato odierno molto imprese non sono strutturate, ma perché non sono strutturate?

Un primo motivo è dato dal tipo di mercato in cui lavorano, infatti in alcune realtà la gestione dei cimiteri è data in appalto ad imprese private che gestiscono direttamente i servizi cimiteriali (in queste realtà i costi dei servizi sono raddoppiati e triplicati a scapito delle famiglie dolenti e a vantaggio dei politici corrotti); la gestione delle camere mortuarie degli ospedali sono date in gestione a fantomatici centri servizi che tendono ad allargare il loro raggio d’azione fino ad offrire del tutto impropriamente servizi di ricomposizione salma, disbrigo pratiche; presenza di centri servizi che affittano illegalmente manodopera per il trasporto funebre.

Ebbene in queste realtà l’impresa funebre è certamente poco strutturata.

L’ANIFA invece prevede un mercato dell’Onoranza Funebre debitamente formato che si deve occupare di tutta la filiera relativa all’Onoranza Funebre, in questo contesto è il mercato ad imporre una struttura adeguata e non certo un testo di legge.

Quello che manca oggi è innanzi tutto la ratifica, con legge quadro del settore, della natura artigiana dell’Attività di Onoranza Funebre, l’istituzione della qualifica professionale di Imprenditore Funebre Artigiano; una profonda e drastica legislazione sul macabro conflitto d’interesse presente nel mercato, con pene severissime, il diritto alla salute è un diritto Costituzionale che spesso viene stuprato per favorire gli interessi di politici e amministratori corrotti come le inchieste di Roma (vai al link) e Milano(vai al link) hanno illustrato; l’esclusività dell’Onoranza Funebre solo l’imprenditore funebre può produrre i servizi cimiteriali, solo l’imprenditore funebre può toccare la salma, solo l’imprenditore funebre può effettuare il trasporto funebre e soprattutto solo l’imprenditore funebre può sollevare la famiglia dolente dalle incombenze relative al lutto subito.

Le società pubbliche o pubblico–private vadano a far danno in altri settori meno delicati, forse in quei contesti il loro volgare interesse speculativo sarà meno insopportabile.