Sempre e solo, mucche da mungere!

 
L'art. 35 della legge 41/2012 della regione abruzzo è il seguente:
 
Le prime due immagini illustrano una pubblicità relativa all'offerta di corsi di formazione per operatore funebre, nella pubblicità si specifica chiaramente che la formazione è diretta ai titolari delle imprese e ai loro dipendenti, ed è altrettanto chiara l'informazione circa l'obbligatorietà dei corsi.
Per avvalorare l'obbligatorietà dei corsi, ripetiamo anche per i titolari d'impresa, viene citata la legge regionale abruzzese n. 41/2012 e del DGR 598 del 12/085/2013.
Il comma 4 dell'art. 35 della legge 41/2012 così recita:  Al fine del mantenimento del requisito di cui al punto 3, della lettera b), del comma 3, le imprese esercenti l'attività funebre hanno l'obbligo di far frequentare al proprio personale specifiche giornate formative...
E' evidente quindi che siamo di fronte ad una pubblicità ingannevole, nulla di nuovo siamo abituati al degrado di un mercato senza regole, ignobile e cinico.
Dell'idiozia della legge regionale abruzzese che vorrebbe obbligare un artigiano a formare il proprio personale fuori dalla sua bottega ne parleremo in un'altra occasione.
L'aspetto che vogliamo sottolineare in questa sede è che il pescecane che vorrebbe approfittare di una legge idiota per alimentare l'ormai putrido mercato della formazione fine a se stessa è un'associazione artigiana, in questo caso Confartigianato.
Lor signori invece di chiedere conto alla regione Abruzzo dell'idiozia della pretesa legislativa, invece di informare gli artigiani circa il loro diritto-dovere di poter formare il proprio personale all'interno della loro bottega, invece di tutto ciò preferisce speculare sulla pelle degli artigiani funebri.
Ha senso parlare oggi di rappresentanza sindacale? chi diavolo rappresenta le reali esigenze degli artigiani soffocati da una fiscalità criminale, da una burocrazia schizzofrenica e colpiti alle spalle da chi li dovrebbe tutelare?
Il comparto funebre non è l'unico settore sotto attacco, in questi anni l'artigianato in quanto tale è bersaglio di interessi di lobby che vorrebbero estirparlo dal tessuto economico italiano.
E' stata data notizia che un illuminato uomo politico nell'indifferenza generale, evidentemente sollecitato dalle arzille lobby del "commercio di morti" abbia presentato un progetto di legge nazionale del comparto funebre, e nella relazione al progetto tra gli obiettivi è indicato il dimezzamento del numero di operatori funebri.
Vogliono far chiudre migliaia di imprese attraverso un atto legislativo, alla faccia del libero mercato. Nessun organo di stampa ha ripreso la notizia ormai si può fare e dire di tutto.
L'ANIFA è federata con CASARTIGIANI l'unico sindacato nazionale artigiano che ha ritenuto opportuno affiancare e sostenere le nostre battaglie, insieme presenteremo un progetto di legge nazionale che certamente parlerà di formazione degli artigiani funebri ma all'interno della normativa nazionale dell'Artigianato, l'obiettivo è individuare e disiplinare le peculiarità dell'attività funebre artigiana inserendola di diritto nel variegato mondo dell'artigianato italiano, per ottenere alla fine la "Qualifica professionale" artigiana che un comparto delicato e sensibile come questo merita.
A nessuno può venire in mente, neanche per scherzo, di chiedere il "pezzo di carta" ad artigiani che svolgono da decenni un lavoro difficile e delicato, dovendosi difendere da un mercato senza regole, avvelenato da macabri conflitti di interesse e dovendo difendersi pure da una rappresendanza sindacale a dir poco scandalosa.