Interpello n.9/2014 - lavoro a chiamata

Dopo anni di vergognosa disinformazione possiamo suffragare le nostre tesi con documenti ufficiali del Ministero del Lavoro, il contratto a chiamata può essere usato come e quando si vuole, non esistono limiti oggettivi o soggettivi.
Qualcuno per inquinare ancora le acque parla di picchi di lavoro, confondendo l'onoranza funebre con una catena di montaggio.
Il ricorso è legittimo per il semplice fatto che il lavoro è discontiunuo, non può essere programmato a tavolino, solo i "commercianti di morti" possono pianificare il lavoro ma per farlo devono corrompere politici, medici, infermieri e soprattutto approfittare cinicamente della debolezza delle famiglie dolenti.
Riportiamo la risposta ad un quesito della Direzione Territoriale di Macerata del 14/03/2013,
anche in questo caso è stata ribadita la natura evidentemente discontinua dell'attività funebre artigiana.
Una domanda nasce spontanea: se consulenti del lavoro, Direzioni provinciali del lavoro, Ministero del Lavoro sono tutti concordi nel valutare il carattere discontinuo dell'attività di Onoranze Funebri come è possibile che l'unico ente a non riconoscerlo sia l' Associazione ex rappresentativa della categoria chiamata FENIOF? perchè non ha inserito il contratto intermittente nel CCNL di categoria? perchè per anni ha disinformato gli iscritti sulla liceità della tipologia contrattuale? perchè ha fatto pressioni in molte regioni per introdurre nelle leggi regionali sul comparto il numero minimo di lavoratori assunti e contemporaneamente negare la flessibilità nella gestione delle risorse umane? 
Forse qualcuno vuole scherzare con il fuoco, l'attività funebre artigiana non si farà schiacciare da patetici interessi di lobby, l'ANIFA non lo permetterà.