Lanciano 16 Dicembre 2017
L'ANIFA nasce nel 2013, come più volte raccontato è frutto dell'esperienza dell'Associazione regionale abruzzese AIFAM. Quando gli associati AIFAM compresero senza più alcun dubbio che non solo nessuno più si occupava delle proprie problematiche ma che da diversi anni una certa rappresentanza deviata tramava contro di loro, presero la decisione di rappresentarsi da soli a tutti i livelli e su tutto il territorio nazionale. Seppur con scarsissimi mezzi incominciarono ad attivarsi per far conoscere la propria esistenza e ad occuparsi di problematiche meritevoli di attenzione.
Ci occupammo subito di CCNL, individuando nella problematica della gestione del personale una questione fondante della nostra attività sindacale, una questione sulla quale una certa rappresentanza deviata stava tramando indicibili azioni contro la categoria.
Capimmo subito che le nostre ragioni seppur valide e fondate non sarebbero mai state prese in considerazione da un sistema così compromesso, la nostra forza politica era ed è ancora insufficiente. Il fatto che il comparto funebre non abbia ancora un CCNL artigiano è una vergogna di cui altri dovranno render conto in futuro non certo l'ANIFA.
Nel 2014 ad appena un anno dalla nascita l'ANIFA sul proprio sito pubblica il seguente comunicato:
" La libera concorrenza è un valore a tutela dell'artigiano
L'Autorità Garante della Concorrenza facendo il suo mestiere ha ribadito un principio banale a difesa della libera concorrenza.
Conoscendo il livello della classe dirigente italiana non è difficile capire come si possa redigere una legge sul comparto funebre come quella Campana. La maggior parte delle leggi regionali attuali sono contrarie alla normativa sulla libera concorrenza, nessuna di queste leggi si è preoccupata di affrontare i veri problemi della categoria che sono i macabri conflitti d'interesse, le pesanti e gravi distorsioni del mercato spesso causate da amministratori incapaci e, come alcune inchieste giudiziare dimostrano, anche corrotti, le innumerevoli irregolarità nella gestione delle risorse umane prima su tutte l'utilizzo sistematico dell'interposizione fittizia di manodopera.
Alleghiamo con molto piacere il testo della segnalazione AS1153 del 6 Novembre 2014 che si occupa della legge regionale Campana n.12/2001 come modificata dalla L.R. n.7 del 25 Luglio 2013: Link dell'allegato"
Nel 2016 un gruppo di imprese campane ispirate dal validissimo Pino Carbone decide di associarsi all'ANIFA, nel novembre del 2016 viene organizzato magistralmente un importante convegno a Torrecuso che incomincia a puntare un faro sulla questione campana. Nel marzo 2017 a seguito di una determina del comune di Napoli riguardante l'applicazione concreta della legge regionale, l'ANIFA su richiesta dei suoi associati campani firma un ricorso al TAR per impugnare la determina del comune di Napoli per violazioni della normativa italiana e della sua costituzione. Per la prima volta dopo tanti anni e tante chiacchiere qualcuno concretamente chiede alla giustizia amministrativa di pronunciarsi sulla bontà di alcuni passaggi di questa normativa regionale. Nel dicembre del 2017 la regione Campania con tre delibere vuole chiarire che quei punti giudicati da tutti incostituzionali devono essere applicati in maniera stringente e senza alcuna interpretazione su tutto il territorio regionale.
Il 15 dicembre 2017 gli associati ANIFA della Campania decidono di convocare una riunione di tutte le imprese funebri campane, l'obiettivo questa volta è di produrre un ricorso al TAR Campania per mezzo di un comitato spontaneo di imprese funebri del territorio per dimostrare con più forza alla giustizia amministrativa che gli effetti di questa normativa riguardano l'intera categoria economica e non una sua parte minoritaria. L'ANIFA ovviamente ha appoggiato e plaudito a tale iniziativa e ha dato tutto il suo sostegno morale e tecnico.
La battaglia della Campania non è una battaglia territoriale ha ed avrà effetti su tutto il territorio nazionale, ha ed avrà ripercussioni sulla redazione della normativa nazionale di settore che non potrà ignorare questioni centrali alla sopravvivenza di un comparto economico artigiano la cui struttura è determinata dalla primaria necessità della tutela della famiglia dolente, in questo settore economico il capitale umano è e deve essere predominante su quello finanziario.
La legge regionale campana in molte sue parti è una legge giusta, affronta con efficacia alcuni aspetti critici del settore, sappiamo benissimo che le spinte strumentali a renderla iniqua non sono di natura politica ma sindacale. Oggi la politica campana ha gli strumenti per capire la reale natura di certe pressioni e non può più ignorarne gli effetti.
Il tempo sarà galantuomo e noi andiamo avanti.