Lanciano 5 dicembre 2017
Sui giornali di ieri Marina Berlusconi mette in guardia sui colossi del Web. Un oligopolista oggi piange perchè il sistema ha prodotto pesci più grandi che non hanno alcuna intenzione di dividere la torta.
In un sistema economico così strutturato dove solo il più grande sopravvive nessuno può ritenersi immune, prima o poi qualcuno ti mangerà.
Tutto ciò premesso per far comprendere il senso della battaglia in Campania, la regione campana ha deciso di assecondare le voglie di un gruppo di potere a dir poco sprovveduto. La nostra opposizione nasce dalla convinzione che impostare le regole del gioco solo su parametri capitalistici sia un errore strategico, per l'ingordigia di pochi viene messo a rischio un intero comparto economico composto da migliaia di operatori.
Il 1 dicembre 2017 sul Burc Campania il bollettino n.86 pubblicava le delibere n.731,732,733 con i relativi allegati (A1,A2,A3). Con queste delibere si rende operativa la normativa di settore, viene abrogata la SCIA e sostituita da una autorizzazione da parte dei comuni, è reso operativo il registro regionale ed esplicitato il provvedimento secondo il quale solo i soggetti con un numero minimo di 4 dipendenti assunti a tempo indeterminato e a tempo pieno sono idonei al titolo abilitativo, fattispecie non sanabile con l'adesione a consorzi o rete di imprese.
L'ammonizione dell'ANCI e l'intervento dell'ANTITRUST sono stati ignorati. Queste norme ispirate da becere politiche sindacali se da un lato illudono alcuni di poter anestetizzare il mercato dall'altro ne determinano la sua estinzione, basti guardare cosa è successo in altri settori, se persino Berlusconi piange, figuriamoci come piangeranno gli oligopolisti campani fra qualche anno.
L'ANIFA ha una visione antitetica, le norme sulla libera concorrenza sono un'assicurazione sulla vita per gli imprenditori funebri artigiani italiani, la concorrenza non deve essere limitata, la concorrenza deve essere QUALIFICATA.
La materia è nazionale, pensare che ogni regione stabilisca regole diverse oltre ad essere una sciocchezza è una violazione della nostra Costituzione.
In quest'ultima legislatura si è continuato a perder tempo, le proposte presentate in parlamento sono state tutte ispirate dalle solite becere politiche sindacali che in questi ultimi decenni hanno solo creato danni al sistema e non hanno portato alcun vantaggio alla categoria.
Con la nuova legislatura alle porte è fondamentale imboccare la strada indicata dall'ANIFA ovvero:
1) riforma della legge n.285/90 adattandola alle nuove esigenze, e soprattutto adattandola alla nuova realtà sociale, snellendo profondamente le ormai inutili pastoie burocratiche;
2) Istituire con una legge ad hoc il nuovo albo professionale delle imprese funebri artigiane italiane, nel quale vengono fissati i criteri di professionalità da raggiungere per poter entrare nel mercato dell'Onoranza Funebre.
Chi fa Onoranza Funebre in Italia deve essere un professionista riconosciuto dallo Stato e garantire livelli di istruzione consoni al delicato lavoro a cui è chiamato, fino ad arrivare ad un percorso di studi universitario in arte funeraria.
Invitiamo tutti a prender coscienza dei pericoli della nuova economia globalizzata, ci si può difendere se si ha il coraggio e la lungimiranza di non guardarsi solo l'ombelico ma qualche metro più in là, e vi invitiamo ad unirvi a noi in una battaglia fondamentale per il futuro dell'intero comparto.